sabato 20 gennaio 2018

Lauretta D'Onghia, il grande amore del Sergente ROMANO!


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GABRIELE ORFINO TANCORRE



Lauretta D'Onghia, il grande amore del Sergente Romano!


Ogni tanto, giro per i vari Siti Web di Internet, e su books.google.it ho trovato il libro di:
Giacovazzo Giuseppe - Elogio del trullo (Edizioni Dedalo)

Datosi che vi sono alcuni riferimenti al Sergente Romano, ho letto alcune parti.


Del gioiese Marco Cardetta, l'unica cosa che ho letto è la descrizione che appare, quando si effettua la ricerca dei Siti riguardanti il Sergente Romano:
"Sergente Romano" è la storia vera e sgangherata di un manipolo di sbandati che il 28 luglio 1861 assaltò Gioia del Colle, in Puglia, quale primo atto di ..."

Avrei voluto vedere il Cardetta, cosa avrebbe fatto, se si fosse trovato nelle stesse condizioni in cui si trovò il Sergente e gli altri ex soldati borbonici di Gioja!!!


(pag. 24 - Elogio del Trullo)
"   A un tratto uno di loro s'accorse che in fondo al sa-
lone luccicava un pianoforte a coda. «Chi è che suona
qui?», urlò il capo. E scoprirono che in casa c'era una
signorina pianista. La slegarono... «E adesso suona!»,
intimò il brigante alla bella fanciulla pallida e tre-
mante. Ma appena toccò la tastiera si sentì libera, im-
mersa nella musica, dimentica del dramma che stava
vivendo. L'intera masnada parve intenerirsi alle note.
Ebbri di musica e vino. Una forza misteriosa stava scio-
gliendo il torbido cuore di quei ribelli a ogni legge
umana. ..."

L'autore Giacovazzo, fa apparire la signorina come una musicista e pianista professionista.
Potete immaginare da soli quale poteva essere la musica suonata in quel periodo.
Praticamente ... du palle!!!
Oltre a Bach e qualche altro musicista dello stesso periodo, quale poteva essere la musica suonata da quella fanciulla?
Il minuetto?
La musica Classica era quella in voga nei salotti "perbene".
Pizzica e Tarantella, erano banditi dagli altolocati che, tuttalpiù, le facevano eseguire per i loro ospiti stranieri sulle Aie delle loro Masserie.
La fanciulla, al massimo, poteva conoscere il Valzer di Strauss (... oltre a qualche altro Valzer di altri compositori!) se, all'insaputa dei genitori e del suo maestro di musica, tentava di eseguire queste musiche senza spartiti musicali.

A parte il fatto che negli anni tra il 1970 ed il 1976, per "lavoro" (... se si può chiamare lavoro, l'essere sfruttati in uno Studio Tecnico, in età adolescenziale!), ne ho frequentate tante di Masserie; dalla Murgia barese alla Murgia ed alla marina tarantina (... tutti i Comuni da Palagiano, Castellaneta a Laterza e Ginosa).
Mai visto un pianoforte a coda, nemmeno nei salotti dei ricchi proprietari delle Masserie situate nei territori di Spinazzola, Poggiorsini, Gravina ed Altamura, dove resistevano ancora: Baroni, Conti, ecc.
Nelle loro Masserie, passavano solo l'estate, mentre il resto dell'anno lo vivevano nei loro palazzi situati in grandi città del Sud.
Ho visto in un locale posto al pianterreno di una Masseria, che fungeva da studio del proprietario, uno "stipo" dove vi erano esposte: sciabole, fucili, pistole ed altre armi antiche di ogni genere ed epoca.
Durante il "risorgimento", l'avo del proprietario, sicuramente fece parte della Guardia Nazionale o della Guardia Mobile, che erano composte da napolitani collaborazionisti degli invasori savojardi.

"... Una forza misteriosa stava scio-
gliendo il torbido cuore di quei ribelli a ogni legge
umana. ..."

Ma quali ribelli a ogni legge umana?
Difendevano il loro Re, la loro Patria e le loro famiglie da invasori che, senza una dichiarazione di guerra, avevano imposto con la forza delle armi il loro potere e le loro leggi.
Non riesco a comprendere come, gente colta (... o si presume tale!), continui ancora a portare avanti la teoria di un Regno abitato in prevalenza da delinquenti e ladri di ogni risma.
Prima di continuare a scrivere cazzate, fate le dovute ricerche negli Archivi e nei vari documenti comunali.
Se non potete soddisfare queste richieste, datevi allo svago (... mandate il vostro cervello in montagna, può darsi che l'aria fredda e pungente, possa contribuire a schiarirvi le idee!).
Volete qualche nome di questi componenti datisi alla guerriglia?
Non contadini o bracciali, ma figli di Proprietari, Galantuomini e Civili!
Secondo la vostra teoria, anche questi si davano alla macchia perché avevano la delinquenza nel sangue?
Padovani Vincenzo, nato a Grottaglie, era il figlio di un Proprietario di origine materana; partecipò al conflitto della Masseria de' Monaci in agro di Noci.
Anche questo era affetto da delinquenza giovanile?
Posso indicare vari nomi di figli di Proprietari e di Galatuomini, che si diedero alla guerriglia perchè sostenevano e difendevano il loro Re e la loro Patria.
O tutti i ricchi napolitani erano passati all'altra sponda?
Come i vari Tateo che ordivano contro il loro Re, o i De Tintis e gli Angelini che ai loro figli imposero i nomi "altisonanti" di: Vittorio Emmanuele Giuseppe, Menotti o Annita?
O altri figli di N.N. (... erano i trovatelli o gli esposti!), a cui imposero i nomi di quei maiali che hanno sulla loro sporca coscenza, migliaia di morti di ogni età ed estrazione sociale.
Lo Stato italiano, ha mai reso pubblico un consuntivo di quello che è costato, in termini di vite umane, il "risorgimento"?
Vedove, orfani, intere famiglie del Sud Italia distrutte, e questi raccontaballe del "risorgimento", continuano a difendere dei porci!!!
Se poi siete contenti di continuare a sentire o leggere le porcate dette o scritte su di noi, dai polentoni, allora vi meritate di essere mandati a quel paese dove vengono mandati tutti coloro che se ne fregano del bene comune, ma pensano solo al bene loro.


(pag. 25 - Elogio del Trullo)
"... Il sergente
combatte per la restaurazione del Borbone, ma sogna
di tornare a una vita normale. Insomma non è il ci-
nico brigante votato al crimine. Spera in una vita
non molto diversa da quella di suo padre pastore di
greggi nei boschi della Murgia. Intanto è il coman-
dante di un piccolo esercito che arruola oltre 200
sbandati: i migliori sono renitenti alla leva, disperati
evasi dalle galere."

In cosa erano migliori i renitenti alla leva?
Erano dei ragazzi di 18 o 19 anni che mai avevano imbracciato un'arma (... a meno che non erano figli di Proprietari, Possidenti, Galantuomini, ecc.!)
La licenza di caccia non la davano a tutti.
Bisognava essere proprietari di un bosco ed avere un Casino di caccia dove riporre tutto il necessario.
Le battute di caccia, potevano durare anche giorni.
Nelle loro proprietà non facevano entrare chiunque; solo i loro amici e compagni di merenda dell'amministrazione pubblica.
Quindi, in cosa erano migliori i renitenti alla leva?
E chi erano i disperati evasi da galera?
A questo punto è d'obbligo chiedere all'autore Giacovazzo, se conosce almeno un nome di un barese o di un leccese (... per leccese intendo: abitante del brindisino, del tarantino e del leccese!), che prima del 1860 era un delinquente acclarato, e che entrò a far parte della Colonna comandata dal Sergente di Gioja!!!
Se poi fa il nome di alcuni arrestati che difendevano il loro Re (... dopo il 1860!), e che riuscirono ad evadere dalle prigioni, allora non si può parlare o scrivere di briganti, ma di Patrioti!!!
Durante le mie ricerche, mi sono imbattuto in un "brigante" della provincia di Roma che, evaso dalle prigioni di Brindisi, fu ucciso nel territorio del Nord barese.
Come aveva fatto il fratello di Garibaldi, Felice, che anni prima era venuto in Terra di Bari a tramare e cercare di sovvertire l'ordine costituito con alcuni "liberali" baresi, così dopo il 1860, arrivavano nel Sud Italia gente di ogni parte d'Italia e d'Europa, per ristabilire sul trono il legittimo sovrano Francesco II.


(pag. 30 - Elogio del trullo)
"   Pietà per quelle due povere donne che appaiono
nel buio della storia e improvvisamente dispaiono: la
Curciola di Ceglie e Lauretta di Gioia del Colle,
«prediletta del mio afflitto cuore». Si racconta che
ella cercasse nottetempo di vedere il corpo marto-
riato del sergente Romano, ma svenne sorretta dalle
compagne quando giunse davanti al corpo dell'ama-
to, orrendamente sfigurato."


Quella su Lauretta D'Onghia, è una balla vera e propria.
Di raccontaballe, come il Giacovazzo, ce ne sono molti in giro.
Proliferano e si moltiplicano, invadendo ed intasando il Web (... come fosse un W.C.!) con le stesse false notizie.

Eccone una dimostrazione:
"... assaltò la fattoria di un certo Vito Angelini accusandolo di essere il delatore che aveva permesso l'assassinio della sua fidanzata Lauretta D'Onghia".

Ed eccone un'altra:
"A seguito dell'uccisione della sua fidanzata, Lauretta D'Onghia, il 9 agosto ad Alberobello il sergente Romano assaltò la fattoria di Vito Angelini, ecc."

È ora che si mettano d'accordo!
Lauretta D'Onghia era stata uccisa prima del 9 agosto 1862, o era viva dopo il 5 gennaio 1863?
È anche l'ora che, questi improvvisatori, smettano di scrivere puttanate e si dedichino ad un altro sport!!!
Comunque, non sarò certo io a darvi le notizie su Lauretta D'Onghia. Almeno, non per ora!
Anche se so chi erano i genitori ed altro (... e visto che in giro ci sono tanti "professori" che si inventano cose non vere!), non divulgherò alcuna notizia in più.
Se poi pagate (... e molto!), vi posso fornire tutto, anche i documenti che dimostrano quanto da me affermato.
E ... posso garantirvi che io non sono uno che mente!

La ricerca aiuta la conoscenza, e facilita la scrittura di racconti.
Da ora in poi, scriverò anch'io dei racconti.
Eviterò di pubblicare i documenti (... che fanno diventare "professori", anche degli emeriti ignoranti!).
Per capirci meglio: ho constatato che, se si dà una foto o qualsiasi altro materiale o conoscenza ad un altro individuo, questi si appropria di tutto e lo divulga e lo mette a disposizione di altri, come se fosse un qualcosa di sua proprietà.
Da qui nascono (... e si moltiplicano!), i vari Siti Web che diffondono ciò che è costato tempo e fatica, annullando il lavoro di pochi e seri ricercatori.
È come se, la ricerca, lo studio ed il tempo perso dai ricercatori e dagli Autori seri, per questi parassiti, non ha alcun valore.
Il Copyright ed il Diritto d'Autore, per questi scopiazzatori, non è un ostacolo al loro copia ed incolla!!!


Apro una parentesi!
Datosi che sono stufo di vedere su altri Siti Web, il frutto delle mie ricerche e del mio lavoro, avviso coloro che si sono appropriati di cose non loro, di togliere tutto il materiale preso dai miei Blog, dal mio libro sul Sergente Romano o da altri Siti Web da me autorizzati e non.
Se volete, potrete lasciare solo i link per accedere ai miei Blog o agli altri Siti Web da me autorizzati.

L'unico Sito Web da me autorizzato è:
http://www.casadeililla.com/sergente_romano/sergente romano.htm
(... Sito da me realizzato nel Maggio 2011, per degli amici!)

Sul Sito Web: gioianet.it, è stata resa pubblica la trascrizione della lettera del Sergente Romano, alla sua amata Lauretta D'Onghia (... estrapolata dal mio libro: Sergente Romano da Gioja in Terra di Bari, con alcuni errori e senza la mia dovuta autorizzazione!):
http://www.gioianet.it/attualita/3255-la-notte-del-brigante-consensi-e-polemiche-foto-.html

Su questo Sito, vi è anche il mio intervento, per dichiarare l'avvenuta divulgazione di materiale protetto da Copyright.
La copia originale della lettera e la sua trascrizione, è parte integrante del mio libro.
Al contrario di quanto affermato su questo Sito (... e su qualche altro non autorizzato!), che il Sergente avrebbe voluto spedire questa lettera alla sua fidanzata, la lettera fu regolarmente "spedita" (... a mano!) alla sua amata Lauretta.
Quelle trovate addosso al corpo del Sergente, erano solo le doppie copie.
Anche questo Sito Web, è stato da me "AUTORIZZATO", per mostrare a tutti ciò che non bisogna fare con le Opere altrui, protette dal Copyright e dal Diritto d'Autore.
Spero che, Dalila Bellacicco, abbia capito che non può divulgare materiale coperto dal Copyright, se non esplicitamente autorizzata per iscritto dall'Autore!!!
La prossima volta che succederà, farò valere i miei Diritti senza alcun preavviso.

Ai successivi indirizzi, ci sono altri miei inteventi sul Sito Web gioianet.it:
http://www.gioianet.it/attualita/6351-sergente-romano-cronaca-e-foto-del-150d-anniversario.html

http://www.gioianet.it/politica/6318-programma-celebrazione-150d-anniversario-sergente-romano-.html


Darò mandato ai miei Legali per la richiesta dei danni a tutti coloro che ignoreranno questo AVVISO!


Questo AVVISO vale anche per i Siti Web:
- Onda del Sud
e
- Pink Panther

i cui responsabili non hanno ricevuto alcuna mia AUTORIZZAZIONE!
Spero che, quanto prima, tolgano la mia Foto della Stele dedicata al Sergente Romano ed ai suoi uomini, dai loro Siti.

Ringrazio, invece, il responsabile del Sito Web:
- Due Sicilie Oggi
(Al responsabile di questo Sito, inviai una prima mail che andò ignorata; successivamente ne inviai un'altra con l'ordine perentorio di eliminare la mia Foto dal loro Sito).
Tempo qualche giorno, e la mia Foto fu rimossa.

- ... ed altri.







Un giorno mi arrivò una mail da un certo Tanzarella di Ostuni.
Mi chiedeva delle informazioni in merito al Sergente Romano e, sempre fiducioso nel prossimo, gli fornii alcune cose.
Gli inviai una Mappa del territorio di Ostuni, perché aveva intenzione di visitare qualche Masseria della zona per fare delle foto e "collaborare" alle mie ricerche.
Inoltre gli inviai anche la Foto della Stele dedicata al Sergente ed ai suoi uomini, solo per conoscenza.
Un sabato pomeriggio, mi chiamò al telefono dicendomi che stava venendo a Gioia per conoscermi e parlare di persona.
Gli risposi che lo avrei aspettato in Piazza.
Giunto a Gioia, parcheggiò il SUV e, dopo le dovute presentazioni, ci intrattenemmo un po' a parlare.
Mi chiese della casa dove abitava il Sergente ed alcune altre notizie; gli regalai lo Stradario di Gioia, da me realizzato nel 2006-2007, e gli indicai la strada dove era ubicata.
Qualche tempo dopo, gli chiesi l'indirizzo del loro Sito Web.
Apertasi la pagina del loro Sito, trovai la sorpresa.
Questo scaltro individuo, insieme all'amico che gestiva il Sito Web Pink Panther, presero la mia Foto e la pubblicarono nel loro Sito.
La mia Foto, in bella mostra, appariva sul loro Sito senza un riferimento a me che l'avevo realizzata, e data a loro a solo titolo di conoscenza.
Praticamente, io non l'avevo ancora posta sul mio Sito e, questi elementi, sfacciatamente, se ne erano impossessati.
Dal Sito Web Pink Panther, altri utilizzatori del Copia ed Incolla, non fecero altro che copiarla e pubblicarla sui loro Siti (... Onda del Sud, Due Sicilie Oggi, ecc.!).
Questo dimostra quanto sono subdoli coloro che vogliono farsi una "cultura" a spese d'altri!!!



Quando poi si vede il frutto delle mie ricerche e del mio lavoro, fare da sfondo ad una pubblicità da me non autorizzata, vuol dire che si è superato il limite.
Anche se questa pubblicità invita all'acquisto di prodotti del Sud Italia, non approvo il metodo utilizzato da questi "signori", che si sono impossessati di una cosa altrui senza averne chiesto il permesso.
Anche questa Immagine, era ed è protetta dal Copyright, come tutto il materiale inserito su un altro mio Sito Web!
È la Mappa dei Comuni e delle Province del Regno delle Due Sicilie, com'era nel 1860 e come è stata modificata con la creazione della Provincia di Latina.
Molti Comuni dell'Abruzzo (Aquila) e di Terra di Lavoro (Caserta), passarono a far parte delle Province di Rieti, Frosinone e Latina.







Sono per il quieto vivere, ma quando è troppo, è troppo!
Per colpa di pochi (... o tanti!) miseri peccatori, ... penitenza generale.
Chiusa parentesi.


Ciò che scrive il Giacovazzo:
"... Si racconta che
ella cercasse nottetempo di vedere il corpo marto-
riato del sergente Romano, ma svenne sorretta dalle
compagne quando giunse davanti al corpo dell'ama-
to, orrendamente sfigurato."

è una sua invenzione.

Quando non si sà cosa scrivere, il modo migliore per uscirsene dall'inghippo è: inventare un nuovo ... "Si racconta"!!!


(pag. 31 - Elogio del trullo)
"   Era la sera del 26 aprile 1863. Re Franceschiello in
esilio. L'esercito sbandato. Molti ex militari alla mac-
chia. Uno di loro, Giorgio Palmisani, viene catturato
la mattina dalla Guardia nazionale di Alberobello.
«Uscita in perlustrazione verso quei luoghi incontrò
Giorgio che non potea trascinarsi». Il brigante era già
sfuggito nel gennaio di quell'anno alla strage di Gioia
del Colle, dove aveva perso la vita il sergente Ro-
mano.
   Giorgio, contadino-beccaio, era nativo di San
Marzano, presso Taranto, come l'altro brigante suo
ex compagno Cosimo Mazzeo, detto Pizzichicchio,
feroce capobanda che si aggirava intorno ai boschi di
Martina Franca."


Non c'è che dire!!!
Continuare a raccontare frottole, è lo sport preferito da coloro che non sanno o non amano divulgare la verità.
Giorgio Palmisani, nacque ad Alberobello (BA) e non a San Marzano di San Giuseppe (TA).
Il resto è un'altra invenzione del Giacovazzo.
"... Il brigante era già
sfuggito nel gennaio di quell'anno alla strage di Gioia
del Colle, dove aveva perso la vita il sergente Ro-
mano."

Il Giacovazzo ha forse consultato un documento o gli interrogatori di Giorgio Palmisani, da dove scaturisce la notizia della sua partecipazione al conflitto del 5 gennaio 1863?


Ecco come viene raccontato il fatto, da un pagnottista di Stato dell'epoca: il Procuratore del Re, Giuseppe Ferreri, colui che al processo sosteneva l'accusa nella Causa contro Giorgio Palmisani e gli uomini della sua "combriccola" (... il racconto è qui riscritto fedelmente, con tutti gli errori annessi e connessi!):

"   Nella notte del 27 al 28 aprile stesso, un
picchetto di Guardia nazionale giunge improv-
visamente sul luogo e sorprende il Palmisano,
proprio in quella casetta rurale.
   Se non che questi, svelto ed ardito com'era,
non si sbigotisce, ma si slancia fuori della
porta ; ed incontrandosi con un milite, un tal
Francesco Oliva, che gli appunta la baionetta,
esso la afferra dalla punta, la trattiene, la svia,
e ributta di forza, si rende libero il passo, e
si caccia a precipitosa fuga.
   Allora i militi gli fanno dietro una scarica
di fucilate. Il fuggente è colpito da varie palle;
ma non s'arresta, e potendo perseverare nella
fuga, si salva. Le ferite erano tuttavia gravi ,
pericolose di vita. Il Palmisano si rifugia pres-
so la madre. - Si richiedeva una cura: far-
gliela di secreto non era possibile. La madre
lo eccita, lo persuade a presentarsi ; s'arrende.
Il giorno 27 si presenta, è visitato. Si crede
che non sia in grado nè di viaggiare, nè di
di essere altramente trasportato.
   Si accondiscende dalle Autorità di Locoro-
tondo che si curi in casa!......"

Come si evince da questo racconto, fatto dall'Avvocato piemontese che sosteneva la pubblica accusa, il Palmisani non era ferito quando si dette alla fuga per sfuggire alla G.N. di Locorotondo.
Quindi, la bufala del suo ferimento nel conflitto del 5 Gennaio 1863 dove fu ucciso il Sergente Romano, è tutta un'invenzione del Giacovazzo!
Negli errori riscontrati nel racconto dell'Avv. Ferreri, vi è anche quello del giorno della presentazione del Palmisani alle Autorità.
Era il 28 Aprile 1863, e non il 27 (... il picchetto di G.N., sorprese Giorgio Palmisani nella notte tra il giorno 27 ed il 28).
Quindi, nessuna cattura da parte della G.N. di Locorotondo, ma una spontanea presentazione dell'ex soldato borbonico, alle Autorità savojarde!


I racconti sono fatti per questo. Sono racconti e basta.

Se i legittimisti divennero feroci, un motivo di fondo ci doveva pur essere.
Quando si videro arrestare i genitori, i fratelli, le sorelle ed i loro parenti fino al 3° grado; quando alcuni di essi vennero fucilati durante il tragitto per condurli in prigione, penso che è normale ed insito in ogni uomo, il vendicarsi in tutti i modi ed a tutti i costi.
Diventare feroci era la loro risposta alle vigliaccate poste in atto dai conquistatori piemontesi e dai collaborazionisti locali. 


(pag. 32 - Elogio del trullo)
"   Non appena Giorgio si vide un'altra volta libero
nelle campagne divenne capo di una combriccola di 6
furfanti tra Alberobello, Locorotondo e Monopoli. Sei
briganti che in due tre mesi diventarono «iene san-
guinarie», dice il manoscritto scoperto da Angelo Mar-
tellotta. Uno dei tanti delitti fu compiuto la sera del
primo settembre in un trullo in contrada Reinzano.
«Assalirono Gennaro Potenza, concittadino proprie-
tario, lo rubarono e Giorgio gli avventò un colpo di
baionetta rovesciandolo a terra, e morì dopo sette
giorni. Nello stesso mese uccisero un contadino di Lo-
corotondo prima rubandolo e tormentandolo acerba-
mente»."


È facile trovare nel manoscritto di un liberale, solo i delitti ed i reati commessi dai legittimisti.
Sicuramente, l'autore Giacovazzo, non avrà trovato niente sulle scelleratezze commesse dai liberali e dall'Arciprete assassino: Vitantonio Colucci!!!
A questo boia "timorato" di Dio, il Comune dove nacque gli dedicò una strada.
Era nella lista di coloro che dovevano essere giustiziati dal Sergente Romano e dai suoi uomini.
Quante famiglie sono state distrutte dai criminali mangiapolenta e dai loro collaborazionisti?
E scrivevano di "iene sanguinarie"!
Il Giacovazzo ha inserito qualcosa di vero, ma c'è sempre bisogno di un'attenta e puntuale verifica.
La morte di Gennaro Potenza, avvenuta dopo "sette giorni" (... non si sà se la notizia è del Giacovazzo o l'ha trovata sul manoscritto!) dal ferimento del 1° settembre 1863, non è del tutto esatta!
Inoltre, non era un Proprietario, ma era un Contadino.
I componenti della "Banda" Palmisani, non erano in totale 6, ma variavano secondo il momento e le necessità.
Il Palmisani fu processato e condannato a morte unitamente ad altri 3 capibanda del barese e del tarantino.
La condanna non fu eseguita per ricorsi e rinvii e per la sopraggiunta "moralizzazione" di alcuni aguzzini e tagliagole piemontesi.
Nel 1866 furono molte le iniziative per far abolire la pena di morte nel regno italico e, soprattutto, nell'ex Regno delle Due Sicilie.
Tra i processati della "combriccola" di Giorgio Palmisani, oltre a 2 "briganti" di Gioja, 1 di Martina Franca, 1 di Crispiano ed 1 di Alberobello, vi era anche un 19enne di Locorotondo.
Quest'ultimo morì in carcere, in attesa di giudizio.
Era stato catturato e consegnato agli invasori, da alcuni infami collaborazionisti del nuovo regime (... si conoscono i loro nomi e cognomi!), per una manciata di soldi "facili".
Ma la delazione, a volte, non cambiava la vita di questi traditori della Patria.
Non avevano la possibilità di goderseli, perché dovevano nascondersi e sfuggire alla vendetta dei Patrioti napolitani che braccavano loro ed i loro parenti.
I "briganti", avevano fiancheggiatori ed esecutori che, anche dopo svariati anni portavano a termine la loro vendetta.
Era motivo di orgoglio e di onore eseguire il mandato ricevuto.
Le persone da eliminare, erano indicate a coloro che dovevano obbedire agli ordini, e lo tramandavano anche ad altri della propria famiglia o a uomini fidati.

Ecco come si vendicarono su una persona che, all'epoca del "brigantaggio", era un bambino di 6 anni:
non trovando l'occasione di uccidere il padre, verso la fine del 1800 fu ucciso nelle campagne, il figlio di un Sindaco che, dal 1861 in poi, partecipò attivamente alla lotta contro il "brigantaggio" ed alla sua distruzione.
Anche se il padre era morto due anni prima, vollero lo stesso vendicarsi dei crimini da lui commessi, ammazzandone il figlio (... che lasciò nello sconforto la propria moglie ed i loro bambini, l'ultimo dei quali nacque 5 mesi dopo!).
Erano state tante le vedove e gli orfani che il Sindaco ed i suoi complici collaborazionisti, avevano lasciato nella povertà più nera, che i discendenti dei "briganti" vollero che anche alla famiglia del figlio del Sindaco si riservasse e toccasse la stessa sorte.

Negli anni del 20° secolo, quando ci si recava da qualche amico a studiare o a giocare, era in uso da parte dei loro padri, chiedere a noi bambini a chi si "appartenesse".
Erano trascorsi più di 110 anni da quella Guerra Civile, ma molti continuavano a diffidare dei cognomi dei nemici.
La domanda era sempre la stessa: "... a chi sei figlio"?
Oppure: "... a chi appartieni"?
Da quella risposta ricevuta, decidevano se potevi continuare a frequentare i loro figli o meno!
Posso garantirvi che, noi ragazzini, non sapevamo niente delle vere porcate commesse durante il "risorgimento".
Ciò che sapevamo, erano le puttanate che ci avevano imposto di imparare nelle scuole della sotto-cultura e del sotto-sviluppo di Stato!!!


Dell'altro uomo, ucciso nello stesso mese, l'autore Giacovazzo non accenna né al nome e nemmeno al luogo dell'avvenimento.
Per la sua individuazione, si deve procedere per tentativi.
Dopo varie ricerche, ho trovato comunque le sue generalità (... il Nome ed il Cognome iniziavano per P!), ed anche il Comune nel cui territorio avvenne la sua uccisione.
Ebbene, cos'altro ho scoperto?
Ho scoperto che, questo individuo (... P?... P?...!), aveva denunciato alle G.N. di Locorotondo, il luogo dove si trovava Giorgio Palmisani.
Nella notte tra il 27 ed il 28 aprile, le G.N. di Locorotondo si recarono nella casetta indicata per arrestare il Palmisani.
I fatti bisogna raccontarli per bene, e non approssimativamente.
Il Palmisani non uccideva per puro divertimento o per diletto, ma per ben altre ragioni.
Il tradimento o la delazione, venivano puniti con la morte di colui che riceveva in cambio dalle Autorità, il perdono dei reati commessi o soldi!

I racconti vanno bene se si effettuano ricerche e si riportano cose vere.
Ci sono molti "scrittori" di racconti che, dopo aver acquistato un libro, massimo due (... perché con l'acquisto e la lettura di un eventuale terzo libro si sconvolge e si intasa il "traffico" nella loro mente!), fanno una loro interpretazione dei fatti più vicini e simili a dei sogni!
Non è una lotteria dove bisogna indovinare i numeri che verranno estratti, ma sono vicende che riguardano la vita di molti nostri conterranei che subirono le angherie ed il disprezzo di molti collaborazionisti locali.
Poi, questi "scrittori" di racconti, vanno in giro per presentare il proprio libro o per conferenze (... come se fosse la settimana Santa dei Sepolcri!), sperando di vendere qualche libro a degli ignari boccaloni e neofiti, desiderosi di voler conoscere una parte tormentata e nefanda della nostra Storia.
I probabili acquirenti, non sanno che su quei libri, troveranno ben poca cosa.
Io personalmente, non acquisto libri di racconti, non avendo né il tempo e nemmeno la voglia di leggere delle stronzate.
Per sbaglio ne lessi uno, tanto tempo fa su "Pizzichicchio" (... due con quello sul Sergente Romano di Bitetti-Genoviva, che era "utile" solo per alcune trascrizioni di parti dei documenti!).
Trama e "dialoghi" da bambini dell'asilo.

Ricordo ai tanti che, la maggioranza dei giovani napolitani, potevano fuggire in altri Stati imbarcandosi su mezzi di fortuna.
Lo poteva fare anche il Sergente Romano ed i suoi uomini, quando erano nel territorio brindisino.
Non lo fecero e continuarono a lottare per difendere la loro Patria.
Al contrario di tutti questi "profughi" di giovane età, che sono sbarcati e che continuano a sbarcare sulle coste italiane per evitare di morire nei conflitti con i loro nemici.

A tal proposito, quanti saranno stati i profughi napolitani che, per sfuggire alla tirannia dei mercenari savojardi del "risorgimento", morirono nel Mar Mediterraneo?
Allora non c'erano le TV di Stato e degli altri pagnottisti, a informare il Popolo delle tragedie che avvenivano in mare in quel periodo.

Se qualcuno dei difensori del Re Francesco II, si imbarcava, lo faceva solo per trovare in altre Nazioni, uomini e mezzi per continuare la loro battaglia.
Austria, Malta, Spagna, Albania, Turchia e tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, erano i luoghi dove arruolare gente nuova.
Non era facile evitare le navi "piemontesi", che pattugliavano lungo le coste del Mar Adriatico, del Mar Jonio e del Mar Tirreno.
In realtà erano le navi che erano appartenute al Regno delle Due Sicilie che, con i loro comandanti traditori, erano passate al nemico.
Le "navi" del Regno delle capre piemontesi, erano simili a dei mozziconi galleggianti!!!
L'Ammiraglio piemontese Persano, dimostrò tutta la sua inettitudine nella battaglia navale di Lissa, dove la flotta militare "italiana", prese una sonora batosta da quella austriaca!!!

Poi, quando non ci fu più alcun sostegno dall'esterno, molti Patrioti iniziarono ad imbarcarsi per raggiungere la Francia o l'Austria.
Alcuni di loro furono arrestati dai piemontesi sulle navi che li trasportavano, quando approdavano o erano all'ormeggio nel porto di Genova.
Altri furono arrestati nei porti di partenza e, la Francia (... Marsiglia!) non la raggiunsero nemmeno.
Il loro destino?
Processati ed incarcerati a vita; oppure fucilati.

Ma la cosa più importante di tutto è, divulgare in qualsiasi modo la vera Storia del "risorgimento", e far emergere dall'oblio del tempo, le nefandezze di cui si macchiarono gli spietati criminali venuti dal Nord italico per fare quella specie di "unità d'italia"!!!

Pubblicherò, a tempo debito, una mappa da dove si evince che non fu "unità", ma conquista, occupazione e colonizzazione.
Quando realizzarono l'annessione della Toscana, dell'Emilia Romagna e del Ducato di Modena, di Parma e di Piacenza (... con le votazioni truffa!), i piemontesi si inventarono l'Ufficio Coloniale (... ciò che non fecero per la Lombardia!).
Se nel 1861 queste due Regioni erano delle Colonie, figuriamoci la nostra Antica Patria cosa divenne nelle mani di spietati assassini assetati di sangue!
I professoroni di questo regime "repubblicano-democratico-liberale" filo-fascista (... che ha reso ufficiale l'inno della repubblica romana fascista di Garibaldi e Mazzini!), parleranno e scriveranno ancora di unità?
E il fatto che, dopo 156 anni siamo la parte della "nazione" italica sempre più povera, induce i professoroni e perenni leccaculi di Stato a cambiare idea o, per un misero stipendio da fame, continueranno a raccontare nelle Scuole le solite stronzate risorgimentaliste ai loro alunni?


Divulgare e ... ancora divulgare la verità in tutti i luoghi, è un modo come un altro per far parlare e discutere di un'epoca che vide un'intera generazione di giovani del Sud Italia, immolarsi per il loro Re, per la loro Patria e per la loro libertà di decidere del proprio futuro!!!

Meglio dei libri, è la Musica, il Teatro ed il Cinema che possono favorire la divulgazione della verità.


GABRIELE ORFINO TANCORRE


_________________________________________________________________

Passo ora ad un altro individuo (... Gigi Di Fiore!) che, dopo aver acquistato qualche libro e girato sui vari Siti Web dedicati al Sergente Romano e ad altri Comandanti delle Colonne legittimiste, ha pubblicato un suo libro: Briganti! Controstoria della guerra contadina ..., senza offrire un contribuito in più a ciò che già si conosceva.
Ha preso un pezzo da ogni parte del Web, ed ha messo insieme ... con lo sputo, tutto ciò che ha trovato a portata di ... mouse!!!


Gigi Di Fiore - Briganti!: Controstoria della guerra contadina nel sud dei Gattopardi (Anno di Pubblicazione 2017 - Editore UTET)
È un "mattone" di tot numeri di pagine, duro da digerire anche a coloro che digeriscono anche i sassi!!!

Dopo il Copyright, ecco cosa viene vietato di questo libro:
"Nessuna parte di questo volume può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa
in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico, meccanico o in fotocopia, in
disco o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, senza autorizzazione
scritta dall'Editore. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere
effettuate nei limiti del 15% dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto
all'art. 68, commi 4 e 5 della legge 22 aprile 1941, n. 633."
... ecc.

Bisogna avere la faccia tosta per scrivere queste pretese.
Ma questi non si vergognano nemmeno!
I lettori devono ricevere il massimo rispetto, e non essere presi in giro da pseudo-storici e scopiazzatori.
Datosi che il Di Fiore ha fatto visita a molti Blog e Siti Web (... lo ammette in una delle pagine del suo libro, scritto a danno della "Cooperativa" degli ignari ricercatori e fornitori delle notizie!), ha preso da questo mio Blog una parte di quanto gli serviva per mettere insieme i "suoi" racconti.
Sarò io a fare CAUSA al Di Fiore ed all'Editore che ha pubblicato il suo libro, per non aver richiesto la dovuta AUTORIZZAZIONE ai diretti proprietari!!!
Se acquistate questo libro, leggete le boiate scritte dal Di Fiore e la mia verità, scaturita non per caso, ma da approfondite ricerche su molti documenti dell'epoca.


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
"... Tra i morti, ci fu anche Vito Domenico Romano, sedici anni
appena, fratello del sergente Romano. Fu giustiziato con l'accusa di essere un
brigante. ..."


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
"... Ancora oggi la gente di Gioia del Colle,
quando parla di una sciagura violenta, di qualcosa che fa paura, ripete «mi sembra il
28 luglio». Già, l'estate del 1861."

Io ci sono nato in Gioia del Colle (... ed i miei Avi erano di Gioja, da secoli!), ma mai nella mia vita ho sentito dire questa baggianata!
Forse al tempo del falso storico Antonio Lucarelli, colui che di puttanate ne ha scritte e divulgate a josa!!!


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
"... Maturò
l'idea di vendicare i morti di Gioia del Colle, per dare anche una risposta
all'uccisione del fratello Vito Giuseppe."

Si è nella stessa pagina, pochi righi successivi alla notizia dell'esecuzione di Vito Domenico, e il Di Fiore non è capace nemmeno di copiare.
Il nome del fratello del Sergente di Gioja, era Vito Domenico!!!
Vito Giuseppe era il nome del padre.
Il Sergente non poteva vendicarsi della morte del fratello sedicenne, Vito Domenico, perché ne ignorava la fine.
Da una delle lettere scritte dal Sergente all'altro suo fratello (... l'unico rimasto!), inviò i suoi saluti alle sorelle, al fratello (... Vito Domenico!), ai cognati, ai parenti ed agli amici.
Ecco come terminava la lettera (... pag. 38 del mio libro, Sergente Romano da Gioja!):
"... Tante
care cose vi ripeto per le sorelle, pel fratello, pe'
cognati tutti e pe' parenti in ispecie ed amici_
Addio_ Vostro aff.mo Fratello"

Il Sergente era acquartierato da circa due mesi con la sua Colonna legittimista, in una Masseria del brindisino, da dove inviò questa lettera da lui scritta il 22 Ottobre 1862.
So qual'era il nome della Masseria e la sua ubicazione.
(Non pubblicherò mai la sua denominazione, essendo ormai molti coloro che hanno il vizio di approfittare delle ricerche e delle notizie altrui senza subire alcun danno economico. Se poi c'è qualcuno che mi paga l'informazione a peso d'oro ...!)


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
"   Solo tre mesi prima, il sergente Romano aveva cercato contatti con la banda di
Carmine Crocco in Basilicata, ma venne intercettato in compagnia di poche decine
di uomini, alla masseria Quinto di Montemilone non lontano da Melfi."

Tra Montemilone e Melfi, c'era e c'è il territorio di Venosa e Rapolla in mezzo!!!
Anche passando dal territorio di Lavello, Melfi non era proprio dietro l'angolo.

Se il Di Fiore si riferisce all'anno 1861, tre mesi prima del 28 luglio (... Aprile 1861!), il Sergente si era già rifugiato nei folti boschi che circondavano un tempo il paese, in compagnia dei soldati sbandati nati anch'essi in Gioja.
Oggi, di quei boschi, sono rimasti solo alcuni pezzi distribuiti in poche aree circoscritte.
Il resto è stato distrutto dai "liberatori", un'accozzaglia di spietati mercenari criminali che, con l'aiuto dei collaborazionisti locali, hanno rovinato irrimediabilmente il nostro territorio.
Altri pezzi di bosco, sono andati a finire nelle grinfie degli sgovernanti, che ne hanno fatto zone militarizzate per i loro porci scopi!!!
Depositi di carburante, polveriere, ed altre vigliaccate che si inventavano e si inventano coloro che vogliono che proteggiamo la NATURA, mentre nel frattempo, loro la distruggono con le loro opere "strategiche" di interesse e di importanza nazionale.

Ritorno alla puttanata scritta dal Di Fiore.
Nel 1861, oltre alla rivolta del 28 luglio, il Sergente non fece altro, se non curarsi le ferite per poi rifugiarsi nel bosco delle Pianelle (... in agro di Martina Franca!).
Il conflitto (... o meglio i conflitti, perché ce ne furono due, sempre con la Legione Ungherese in territori diversi!) di Montemilone (PZ), avvenne nel Giugno del 1862 contro la Legione Ungherese.
Il Maggiore D'Errico, era il comandante della Guardia Nazionale di Palazzo San Gervasio (PZ), e non ebbe alcuna partecipazione nel conflitto in questione.
Ciò che il Di Fiore ha trovato sul Sito Web di Montemilone, in riferimento alla Masseria Quinto, lo ha portato fuori strada.
Effettivamente gli uomini del Sergente, uccisi durante la 2ª battaglia, furono 9; ma il fatto non avvenne nell'Aprile 1861.
In questo mese, il Maggiore D'Errico, era impegnato in Rionero (... dal 1863 Rionero in Vulture_PZ!) a presiedere la Commissione Militare per giudicare i legittimisti catturati durante la repressione dei moti nel melfese (... pag. 151 - Tommaso Pedio, 2° Vol.!).
Oltre ai 9 uomini uccisi (... più i 2 catturati e fucilati nello stesso giorno!), approfondendo le ricerche ho trovato un altro componente di quella spedizione, che presumevo anch'esso estinto nel conflitto.
Il realtà, quest'ultimo, era riuscito a fuggire durante lo scontro a fuoco e a nascondersi nel fitto della boscaglia.
Alcuni giorni dopo, mentre vagava sperduto in quel territorio, incontrò e si aggregò alla Colonna guidata da Crocco e da "Ninco Nanco", partecipando ad alcune azioni di guerriglia che si svolsero nei territori dell'avellinese al confine con quello lucano e pugliese (... Capitanata!).
Io lo posso dimostrare con i documenti! E gli altri?


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
"... Fu una vera e propria imboscata, che impedì a Romano di unirsi
a Crocco. L'agguato fu organizzato su segnalazione di due uomini che tradirono la
banda, vendendo i propri compagni alla guardia nazionale. Vennero uccisi tredici"


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
"uomini di Romano, poi gettati in un pozzo ancora oggi ricordato come il «Pozzo dei
Briganti». Gli altri, insieme con il sergente, riuscirono a salvarsi. Tra loro, c'era
anche Scipione De Palo, che rimase ferito."

Non vi fu alcuna partecipazione della Guardia Nazionale, in quanto il rapporto del Capitano della Legione Ungherese non ne fece menzione alcuna!!!
Sul Sito Web di Montemilone, è scritto che i briganti gettati nel pozzo furono 9.
Non si sà dove il Di Fiore ha trovato i 13 uomini.


(pag. ??? - Gigi Di Fiore)
Nelle ultime pagine del "suo" libro, Gigi Di Fiore inserisce un elenco dei Siti Web e dei Blog, da lui visitati.
Tra i tanti, vi è anche l'indirizzo del mio Blog ed una breve descrizione:
"...
www.sergenteromano.blogspot.it : blog dedicato al sergente Romano curato da
  Gabriele Orfino Tancorre, autore di un documentato libro sulla figura del
  capobrigante pugliese.
..."

Io so che Scipione Di Palo fu ferito, perché è una mia notizia ricavata dopo aver perso il mio tempo a ricercare i nomi di coloro che si salvarono.
Ma Gigi Di Fiore, quanto del suo tempo "prezioso" c'ha perso per leggere ciò che io ho scritto in questo Blog?

Prima di conoscere i nomi di coloro che si salvarono, ricercai i nomi di quelli che furono uccisi o fucilati.
Dai documenti in mio possesso, trovai il processo di alcuni componenti della Colonna del Sergente ed il nome di uno dei 2 fucilati.
Il resto l'ho ricavato dagli elenchi dei componenti della Colonna legittimista del Sergente.
Ricavai anche il periodo in cui, questi uomini feriti, rientrarono l'uno dopo l'altro in servizio attivo, l'ultimo dei quali nel novembre del 1862 (... 5 mesi dopo il conflitto avvenuto in territorio di Montemilone, e non alla Masseria Quinto!).

Da questo mio Blog sul Sergente Romano, il Di Fiore ha preso la notizia del ferimento di Scipione De Palo e dei due uomini che tradirono il Sergente (... se fate scorrere questa pagina verso il basso, troverete Scipione Di Palo e l'altra notizia, entrambe poste in questo Blog nel 2011!).
Per vedere il Post del 2011, fate scorrere la ScrollBar fino a fondo pagina (... poco sopra la Mappa con la Foto della Stele!), e cliccate sulla dicitura: Post più vecchi.

A conferma di ciò, posso dare i nomi di tutti i componenti della Colonna comandata dal Sergente, nella sua prima spedizione sull'Alta Murgia barese per incontrare Crocco.
Posso fornire i nomi di quelli uccisi, fucilati o feriti (... gli altri "studiosi e storici" se li possono inventare!).
Altra notizia da me fornita, sempre su questo Blog, è quella delle 3 spedizioni del Sergente.
Aggiungo un'altra notizia a prova di ciò!
Le spedizioni effettuate dal Sergente furono due (... ossia la prima e la terza ed ultima!).
Alla seconda spedizione, per incontrare Crocco, furono inviati alcuni emissari del Sergente che, tragicamente, durante uno scontro a fuoco con i militari, furono catturati e finirono davanti ad un plotone di esecuzione!!!
Nell'attesa di incontrare Crocco, si erano uniti alla Colonna legittimista guidata da un altro Comandante barese che agiva sul territorio dell'Alta Murgia.
Di tutti loro posso fornire le generalità.
Le invenzioni le lascio ad altri!!!

C'è forse qualcuno che vuol copiare anche questo, e pubblicarlo su un proprio libro?
E, magari, vietarne la riproduzione come se fosse un suo diritto acquisito per essersi appropriato di notizie altrui senza aver richiesto alcuna AUTORIZZAZIONE???
Fatevelo passare dalla testa; la mia pazienza ha ormai superato il limite!!!



Infine, vorrei chiedere ai responsabili ed operatori di Google, che ogni tanto girano sui vari Blog, per leggerne i contenuti.
Cosa ha a che fare Google con questo indirizzo Web, da dove è possibile scaricare gratuitamente i libri?
Con quale Diritto e con quale Autorizzazione, può permettersi di fare questo?

https://sites.google.com/site/inottile/sergente-romano-85282907


Una cosa è sicura!
I libri che pubblicherò (... come Autore e come Editore!), non li metterò a disposizione di books.google.com, datosi che le promesse e gli annunci fatti da Google (... o chi per esso!), sono andati disattesi ed ignorati del tutto!!!
Anzi, vieterò qualsiasi utilizzo; oltre a leggerlo, non si potrà copiare nulla, pena la richiesta di risarcimenti esosi a coloro che ignoreranno le clausole inserite!

Se voglio proteggere i miei diritti ed i diritti dei lettori, pubblicando notizie vere in esclusiva, c'è bisogno di tutelarsi.
I libri saranno sigillati in busta trasparente, con in evidenza le clausole di utilizzo.
Coloro che dopo aver letto le clausole apposte sull'ultima di Copertina, non vorranno aderire alle richieste, potranno evitare di acquistarlo.
Questo servirà ad eliminare il proliferare di libri spazzatura, pubblicati da coloro che non hanno alcun rispetto delle ricerche altrui e dei lettori.

Se volete prenotare i libri che pubblicherò sulle vere Biografie ed altre notizie su: Carmine Crocco, "Ninco Nanco", "Coppa", Angelo Antonio Masino, Pasquale Cavalcante, Sergente Romano ed altri, lo potrete fare inviando un "Bonus di prenotazione" di 5,00 Euro su ogni libro che verrà richiesto.
Se poi avete delle richieste da farmi, su altri Comandanti legittimisti di altre Regioni del Sud Italia, potrete inviarli al mio indirizzo e-mail.
Per contatti ed informazioni: gabrieleorfinotancorre@gmail.com

Quando saranno pubblicati i miei libri, oltre a detrarre i 5,00 Euro da voi anticipati, usufruirete di uno sconto del 20% sul prezzo di copertina (... spese di spedizione, a parte!).

Faccio tutto questo per far conoscere agli italiani la verità, e per dovere verso coloro che immolarono la loro giovane vita per la loro Terra natia (... e furono tantissimi; ogni paese ed ogni villaggio, anche piccolo, aveva i suoi EROI!).

Gli ex soldati napolitani che si rifugiarono nello Stato Pontificio, per non essere fatti prigionieri ed essere deportati nei campi di concentramento creati dai piemontesi: in Piemonte, in Liguria, in Sardegna ed in Lombardia, continuarono la loro guerra contro gli invasori con agguati ed operazioni fulminee nei territori confinanti con quello Pontificio.
Dopo le azioni di guerriglia, ritornavano nei loro accampamenti situati lungo il confine con l'Abruzzo aquilano e Terra di Lavoro.
Vi erano Siciliani, Calabresi, Pugliesi, Lucani, Campani, Molisani ed Abruzzesi, a dar battaglia ai conquistatori e colonizzatori della loro Patria.
Erano i soldati napolitani reduci delle battaglie del Volturno e dell'assedio di Gaeta; gli irriducibili, quelli che avevano giurato fedeltà al loro Re, alla loro Nazione ed al loro Popolo, e che mai sarebbero passati tra le fila del loro nemico.
Il Calabrese Graziani, fu fucilato dai soldati francesi nei pressi del ponte di Castro (... Castro dei Volsci_FR, paese dove nacque successivamente Nino Manfredi!)
Il Pugliese Totorizzo, faceva parte di un gruppo guidato da un luogotenente della Colonna legittimista comandata da "Chiavone" (... molti uomini del gruppo, compreso Totorizzo, furono fatti arrestare dal Tristany e da costui consegnati ai militari francesi!); ecc.
Per conoscere la verità, c'è bisogno di ricerche e di tempo; e, come ogni altra cosa, ... bisogna pagarla.

Vi informo che, come trovo su altri Blog o Siti Web, qualcosa copiato dai miei Blog o dai miei libri, non avviso nessuno. Passo gli indirizzi dei Siti Web e dei Blog trovati, ai miei Legali, che porranno finalmente fine a questa prassi vergognosa del copia e incolla, con la richiesta di risarcimenti!.

La mia garanzia è la correttezza verso i lettori!!!


GABRIELE ORFINO TANCORRE


Per i parassiti del Web, che approfittano di ogni occasione e di ogni Opera che a loro non è costata alcuna fatica, ecco una panoramica di quello che delinquenti senza scrupoli mettono "gratis" a disposizione di tutti:









lunedì 10 ottobre 2016

Conflitto a fuoco del 14 Novembre 1862 tra la Colonna del Sergente Romano e la G.N. di Ginosa e Laterza ed i soldati piemontesi






Le Figure preistoriche "spettatori" del conflitto a fuoco.

Durante le mie ricerche dei luoghi frequentati dal Sergente Romano, ho scoperto 3 Figure preistoriche che attualmente si trovano nei territori di Laterza e di Castellaneta.
Quei territori dove si trovano le Figure preistoriche, fino alla colonizzazione savojarda avvenuta dal 1860 in poi, era territorio di Gioja.
Gioja confinava con Santeramo in Colle (la Via Appia separava i due territori), e Laterza non aveva alcun territorio tra i due Comuni.
La Masseria del Porto era in territorio di Gioja, mentre la Masseria Soria era in territorio di Castellaneta (come si evince dallo stralcio della Mappa del 1811).
Volendo far conoscere queste mie scoperte (ed altro), invito a contattarmi coloro che vogliono divulgare le gesta ed i luoghi frequentati dal Sergente Romano e visitare le 3 Figure preistoriche.


Mappa del Regno di Napoli
Confini tra Terra di Bari, Matera (Taverna di Canneto) e Terra d'Otranto

Stralcio della Tavola n° 21 del 1811 che faceva parte della Mappa del Regno di Napoli (composta da 31 Tavole) realizzata da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni ed incisa a Napoli da Giuseppe Guerra.
La Mappa fu iniziata durante il Regno di Ferdinando IV di Borbone (poi divenuto Ferdinando I) e portata a termine durante la seconda invasione ed occupazione francese.
Questa Tavola, che riporta parti dei territori di Santeramo, Matera, Laterza, Castellaneta e Gioja, mostra quali erano i Confini nel 1811.
La grossa linea rossa, delimita le Province di Terra di Bari, Matera e Terra d'Otranto.
Partendo dalla sinistra si nota:
- la Taverna di Viglione, posta sulla Via Appia (tratto Altamura-Viglione-Castellaneta) in agro di Santeramo;
- la Masseria Vallata che era ed è situata in territorio di Gioja;
- la Masseria Purgatorio che si trovava in territorio di Gioja e si trova attualmente in territorio di Laterza.

Dopo "l'Unità d'Italia", parti del territorio di Gioja (Terra di Bari) furono aggregate ai territori di Laterza e Castellaneta (Terra d'Otranto).
La Masseria del Porto e parte del territorio giojese, passò a far parte del territorio di Castellaneta, mentre la Masseria Soria, che era situata in territorio di Castellaneta, passò a far parte del territorio di Gioja.
Le 3 Figure preistoriche tracciate al suolo (pascolo) e scoperte il 16 ed il 21 Agosto del 2007, fino al 1860 si trovavano tutte in territorio giojese.
In una Mappa del 1874 la Figura del "Danzatore" risultava essere ancora in territorio giojese.
In un'altra Mappa del 1876, anche quella porzione di territorio fu sottratto al territorio di Gioja passando al territorio di Castellaneta.
L'eccezionalità di questa scoperta sta nel fatto che, queste Figure, non sono graffiti disegnati sulle pareti delle caverne o su rocce, ma sono tracciate sul suolo (pascolo).
Perlustrando i luoghi frequentati dal Sergente Romano, cercando masserie, grotte, boschi o piscine dove il difensore del Re Francesco II e del Regno borbonico spesso dimorava, ci si è imbattuti in queste Figure.

Figura preistorica del "CACCIATORE"



La Figura preistorica del “Cacciatore” è stata scoperta casualmente, mentre le altre due, sono state trovate dopo varie ricerche nelle zone vicine al primo ritrovamento.
In questi luoghi, dimore un tempo di popoli preistorici, un ARTISTA, con doti uniche, ha  voluto lasciarci il segno del suo passaggio su questa Terra.
Può darsi che, girando per le restanti grotte che un tempo in questi luoghi erano numerose (molte grotte, durante il "Risorgimento", furono fatte esplodere o colmate di terra per togliere possibili rifugi e ricoveri ai "briganti" che difendevano la loro Patria), si potranno trovare graffiti realizzati precedentemente dallo stesso ARTISTA e che servirono da studio per la successiva realizzazione al suolo.

Figura preistorica del "PASTORE"


Queste Figure sono state realizzate tra il MESOLITICO ed il NEOLITICO, databili tra 15.000 e 6.000 anni a.C.
Fu in questo periodo che l'uomo iniziò ad addomesticare ed allevare gli animali.
Ciò lo dimostra il ritrovamento della Figura preistorica del "Pastore".
Fu il periodo in cui, i popoli preistorici, da cacciatori nomadi diventarono stanziali, riparandosi nelle grotte o costruendo capanne ed allevando animali.

Figura preistorica del "DANZATORE"


Le Figure preistoriche occupano ciascuna una superficie di circa 200 x 300 metri.
Furono realizzate trasportando dai luoghi vicini, grossi massi di pietra che furono posti in loco formando queste Figure.
Quando furono realizzati i muretti a secco, gli uomini che aiutavano coloro che li costruivano, ricercarono e tolsero quei massi dalla loro posizione, scoprendo e lasciando un solco al loro posto.

Conflitto a fuoco del 14 Novembre 1862 presso la Masseria Purgatorio


Il 14 Novembre 1862, le Figure preistoriche furono "spettatori" di un conflitto a fuoco tra i soldati piemontesi del 30° Reggimento Fanteria di stanza a Ginosa, la Guardia Nazionale di Ginosa e di Laterza e la Colonna legittimista guidata dal Sergente borbonico Pasquale Domenico Romano nativo di Gioja.

Nel Comune di Gioja, ci sarà la possibilità di visitare i luoghi dove si svolsero i fatti e dove abitavano alcuni componenti che parteciparono alla rivolta del 28 Luglio 1861.
Per gli stimatori del Sergente Romano, si potranno conoscere alcuni particolari sui genitori e sui componenti della famiglia (e loro discendenti).
Nessuno abbandonò Gioja (tranne coloro che seguirono i loro amori).
La madre ed il padre nacquero in Gioja (da famiglie i cui componenti erano tutti giojesi) e morirono in Gioja.
I pronipoti del Sergente, per motivi di lavoro si spostarono in altre zone d'Italia (tra cui uno in Liguria).

Per chi vorrà sapere qualcosa in più sulle origini di Silvester Stallone, o visitare i luoghi dove nacquero i suoi Avi (tra cui suo nonno Silvestro), potrà trovare anche questa novità.

Se siete di Gioia del Colle (o dei Comuni limitrofi) e volete far parte di una Associazione Culturale per fare da guida turistica ai luoghi accennati, potete contattarmi tramite mail o cellulare:
email: got_09@libero.it


GABRIELE ORFINO TANCORRE


Gli scheletri nell'armadio degli orrori e della vergogna del Risorgimento!
La rivolta del 28 Luglio 1861 a Gioja in Terra di Bari


Gli storici "terra-terra" e gli storici di Regime!


Le menzogne dei risorgimentalisti e degli "storici" di regime!


Siamo nati in Paradiso. I politicanti l'hanno fatto diventare un inferno!


Criminali, Cialtroni e "grandi storici" del Risorgimento!!!
http://got-iraccontaballedelrisorgimento.blogspot.it/

domenica 29 marzo 2015

Storia di uno dei tanti "studiosi" e "storici" cialtroni, che si interessano del fenomeno del "brigantaggio" durante l'invasione e l'occupazione dell'esercito piemontese nel Regno delle Due Sicilie.

Luigi Miani di Ginosa, sottotenente nell'esercito borbonico, fu uno dei tanti traditori che passarono nelle fila della Guardia Nazionale di Ginosa col grado di capitano, collaborando con i piemontesi.
Raccontò alcuni fatti che accaddero nei territori di Ginosa, Laterza, Mottola ed altri comuni.
Raccontò dell'uccisione di Vincenzo Pugliese nella masseria Chiancarello in territorio di Mottola.
Secondo lo "studioso" e "storico" Mario Guagnano, questo fatto avvenne l'8 giugno 1862, ed il nome dell'ucciso era Domenico Pugliese.
Questo omicidio è stato attribuito alla colonna guidata dal sergente Romano.
Studiando alcuni interrogatori, ho scoperto che la colonna guidata dal sergente e da Marco Di Palo, il 7 giugno era già in territorio di Spinazzola. Resterà tra i territori di Gravina, Spinazzola, Minervino Murge e Montemilone, fino al 16 giugno, giorno della sconfitta con la Legione Ungherese.
Datosi che ci sono personaggi che, dopo aver letto due o tre libri, scrivono racconti basati su ciò che scrittori come: Lucarelli, Guagnano ed altri hanno divulgato senza constatare o approfondire, ci troviamo a leggere di tutto.
I libri aumentano, le fesserie anche, e coloro che approfittano dell'occasione non danno alcun contributo per arrivare alla verità.
Così, vengono spacciate le foto di un ex sergente borbonico lucano e di un componente lucano della banda Masini, per le foto di Giuseppe Laveneziana detto "il figlio del Re" e di Cosimo Mazzeo detto "Pizzichicchio".
Lo posso dimostrare con fatti e con i veri connotati di questi due patrioti lucani.
Gli uomini che componevano la banda Masini, dopo l'uccisione del loro capo e di alcuni loro compagni, si consegnarono alle Autorità alla fine di Dicembre 1864 e nei primi mesi del 1865.
Solo uno di loro si era già consegnato nel novembre del 1864.
Le foto furono realizzate a Potenza nel 1865.
Cosimo Mazzeo detto "Pizzichicchio", era già stato fucilato a Potenza il 28 novembre 1864.

Lo "studioso" e "storico" gioiese, Mario Guagnano, un giorno mi chiese se volevo scrivere con lui un libro a "quattro mani".
Gli risposi di sì, ed iniziai a confidargli alcune cose che avevo scoperto sul sergente (come i veri luoghi da dove scriveva le sue lettere).
Parigi, era la masseria dove aveva il suo quartier generale nel brindisino; Londra era il luogo sull'Alta Murgia barese per l'incontro con Crocco.
Chi ha acquistato il mio libro: "Sergente ROMANO da Gioja in Terra di Bari", troverà questa lettera a pag. 34, con le copie trascritte dei documenti originali trovati sul corpo del sergente dopo la sua uccisione.

Di seguito riporto il contenuto del mio commento alla pubblicazione della "ristampa" del libro di Mario Guagnano.



x Mario Guagnano

Sei degno di essere eletto membro (alias ..... .. .....) onorario del Club dei Cialtroni.
Ogni volta che ti confidavo i risultati delle mie ricerche sul Sergente Romano, approfittavi dell'occasione e includevi, nei tuoi articoli (Umanesimo della Pietra), ciò che io avevo scoperto.
Ecco la sequenza di ciò che ti confidavo e che tu sfacciatamente hai avuto la faccia tosta di inserire nei tuoi articoli:
1) Processo contro i componenti della banda del Sergente Romano.
   (Giuseppe Ferreri. Cause davanti ai giurati negli Abruzzi e nelle Puglie. Bologna 1866)
   Pubblicato sia su Umanesimo della Pietra che sulla "ristampa" del tuo libro.
2) Croci di Cavaliere e Medaglie d'argento accordate a: Bolasco, Molgora, Lodezzano, Cantù, ... Dollesz, Viberal, Gombas, ecc.
   (Annuario dell'Italia Militare per il 1864.)
   Pubblicato sia su Umanesimo della Pietra che sulla "ristampa" del tuo libro.
3) Caduta da cavallo del generale Pallavicini
   (Umanesimo della Pietra, anno 2012 - pag. 100)
In ultimo, sulla "ristampa" del tuo libro, a pagina 141, ho trovato il nome che ti confidai nel marzo 2013.
Allora ti dissi: il nome, il cognome ed il soprannome, e ti dissi pure di tenertelo per te.
Da vero imbecille, quale tu sei, inserisci: ... forse Giovanni Verga detto Il Monaco di Grottaglie.
Come lo hai scoperto? Dove ti sei documentato?
Ma ... ormai, avevi preso l'abitudine di appropriarti di ciò che ha me è costato soldi, tempo e parecchi libri da sfogliare e da leggere, sia in formato cartaceo che digitale.
Il tuo cervello, all'ultimo momento, ti ha tradito e non ti sei ricordato del vero nome del Verga?
Sappi che ciò che hai fatto, lo racconterò minutamente nel mio libro di prossima pubblicazione, e tutti sapranno che razza di studioso e storico sei.
Inserirò il nome corretto del Verga ed altre notizie che lo riguardano.
Inoltre, inserirò i nomi degli altri, tra cui Francesco "Scarzone".
Di certo non inserirò il nome della masseria, che fu il quartier generale per un mese e mezzo, durante le azioni del Sergente Romano nel brindisino.
Ti sei mai chiesto come mai, il sergente con i suoi uomini, ritornò nel territorio brindisino dopo circa 20 giorni che l'aveva lasciato?

Per le persone che si reputano LEALI ed intellettualmente oneste, sappino che, il luogo dove è ubicato il Monumento dedicato al Sergente Romano, non è il luogo dove è avvenuto il conflitto del 5 gennaio 1863.
Il luogo, è da tutt'altra parte.
Questo succede quando, questi "studiosi" e "storici", non sanno nemmeno la differenza che c'è tra miglia e chilometri.

P.S. Perchè non hai detto hai tuoi "fans da parata", o pubblicato sul tuo libro, l'ubicazione della casa del Sergente Romano che io ho trovato?
Avevi paura che se pubblicavi anche questa notizia avresti perso la faccia?
Racconterò anche di un tale che si spaccia per il discendente del Sergente Romano.
Quando gli chiesi, tramite mail, dove si trovava la casa del Sergente, mi rispose: "più o meno al centro".
Conservo ancora la mail.
E racconterò anche di quando gli scrissi che ha Gaeta vi era stato anche Francesco Pezzolla.
Mi rispose dicendomi che, quando il Sergente lasciò Gaeta, andò a far visita ai suoi familiari sull'isola di ...
Come se, da prigionieri, potevano comportarsi come se erano in libera uscita e andare dove volevano!

N.B. Non so che ristampa è, se ti ostini a non correggere gli errori.
Scusa, ma la data di nascita del Sergente, 24 agosto 1833 da te riportata nella pubblicazione del 1993, non l'avevi trovata nell'Archivio della Chiesa Madre?
Era prassi, anche agli inizi del 1900, di dichiarare i nuovi nati all'anagrafe comunale anche dopo un mese.
Dopo che hai fatto pubblicare parecchi libri ai fruitori del copia e incolla, gli togli questa "soddisfazione"?
A pag. 67 della "ristampa" del tuo libro, pubblichi la stessa data che fu già pubblicata da Bitetti-Genoviva nel 1976.
Hai corretto bosco di Aquasetta (come è scritto nel libro pubblicato nel 1993), con Aquatetta, che io ti feci notare e correggere.
Scusa ..., ma non è la trascrizione di un interrogatorio?
Non dovevi trascrivere Aquasetta e porre la Nota a fondo pagina con la denominazione esatta, cioè Acquatetta?
A coloro che leggono libri dove si raccontano fatti storici, e che vogliono utilizzare parti del libro letto per pubblicarne uno proprio, consiglio di non copiare le trascrizioni se non ci sono anche le immagini dei documenti.
Mi è capitato di leggere varie trascrizioni e, nel momento in cui sono entrato in possesso degli originali, ho notato che le trascrizioni non rispettavano la lunghezza dei righi, la punteggiatura e, alcune volte, mancavano interi righi, falsando il contenuto del testo.
So che Vincenzo Grimaldi aveva scritto sul suo libro, pubblicato nel 1901 (da te prestatomi in fotocopia), Monte di Trecartini (pag. 83), e la fonte era l'Archivio comunale di Gioia (la stessa da te citata ed utilizzata a pag. 123);
ma il dovere di uno studioso e di uno storico vero, non è quello di fare ricerche per divulgare la verità ed inserire le denominazioni corrette (quando è possibile) dei luoghi?
Il Monte in questione è denominato Tre Carlini, ed è situato in agro di Martina Franca (TA).

Speravo di acquistare il libro da te pubblicato nel 1993, rivisitato e corretto, invece ...
Finisco con una delle battute di Ezio Greggio tratta dal programma TV, Drive In: "... una tavanata pazzesca"!

Gabriele Orfino Tancorre


P.P.S. La prossima volta che a Gioia capiterà un circo, fatti assumere come comparsa di uno dei pagliacci, perchè non sei nemmeno degno di fare il pagliaccio!!!